Che si tratti del Daily Courant inglese del 1701, della Relation aller Fürnemmen di Johann Carolus di quasi un secolo prima (1609) o del Leipziger Zeitung di Lipsia del 1660 poco importa: il mondo dell’informazione subì una svolta decisiva a cavallo tra Diciassettesimo e Diciottesimo secolo.
Le ragioni di un successo improvviso
La rapida ascesa dei quotidiani si verifica quando la necessità di avere notizie recenti si sposa con la diffusione delle tipografie a caratteri mobili, che in precedenza erano state accessibili solo a persone con grandi disponibilità monetarie. I giornali iniziano a diffondersi nel nord-Europa anche per una questione religiosa. Infatti non è un caso che i primi esempi siano geograficamente localizzati in aree dove l’anglicanesimo e il protestantesimo offrivano una visione morale meno chiusa rispetto a quella del cattolicesimo.
Strettamente correlato a ciò anche il fatto che chi inizia a lavorare ai primi giornali (che all’epoca non erano ancora quotidiani, più spesso settimanali) è mosso dalla necessità di avere fatti da raccontare indipendenti rispetto a quelli diffusi dai propri governi.
Le “notizie di regime”, per così dire, erano la norma perfino nell’antica Roma (i famosi “Acta Diurna”), ma a un continente frammentato da guerre e dissidi serve un’informazione diversa, fatta anche di storie avventurose – e di quello che oggi chiameremmo gossip.
Una semplice esigenza umana, che fino a pochi decenni prima era soddisfatta dai cantastorie, a questo punto della storia europea necessita di uno strumento più preciso, che arrivi più lontano e a un pubblico più ampio, rispetto a quelle figure mitiche e anche agli avvisi che venivano affissi sulle porte delle chiese per dare conto dei fatti importanti avvenuti nelle diverse diocesi (curiosità: la cosa succede, seppure in maniera limitata, ancora oggi).
I primi semi di una rivoluzione epocale
Inutile dire che quello della nascita dei quotidiani è un periodo eccitante nella storia sociale dell’umanità: si sperimenta con formati, stile narrativo, frequenza di pubblicazione ma senza trovare una formula che sia uguale per tutti.
Non, almeno, fino a quando questa rivoluzione comunicativa solcherà le acque dell’Oceano Atlantico e arriverà nelle ex colonie americane: il giornalismo e la sua diffusione verranno perfezionati proprio negli Stati Uniti, nel 1800, dove fra l’altro nascono i primi magnati dell’informazione.
Questo succede per una serie di motivi. Perché il maggiore livello di industrializzazione in quei territori, innanzitutto, rende più veloce la stampa di un giornale. La quale stampa, di conseguenza, può passare in maniera capillare a essere prodotto quotidianamente. Infine – altro effetto – è possibile chiedere meno soldi ai propri lettori: è la nascita della cosiddetta “penny press”, la stampa da un penny, progenitrice di quanto leggiamo quotidianamente. Ma di questo aspetto dell’evoluzione dei media parleremo in un altro articolo di approfondimento!